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FROM/TO

#dodiciperdiciasette

La cartolina è un media antico, analogico, materico.

Nella sua fusione tra immagine e scrittura, la cartolina rimanda implicitamente ad una relazione tra due persone, ma anche ad una relazione tra quelle due persone ed un luogo e alla volontà di condividere un’esperienza visiva, un momento di vita ed il godimento di bellezze iconiche.

In questo modo, un saluto diventa anche occasione di conoscenza di un luogo, un’esperienza di viaggio vissuta per immagini, alcune finite tra le pagine di un libro, per segnare un punto di arrivo e di ripartenza, altre sigillate in un cassetto, clandestine e speranzose, altre appese sui muri di casa, a ricordare che un giorno, chissà, magari.

Una fotografia in miniatura, accessibile, popolare, funzionale, che racconta un luogo e allo stesso tempo una storia, che comincia dentro l’obiettivo del fotografo, continua davanti agli occhi di chi la sceglie, prende sostanza sotto lo sguardo di chi la riceve, rivive nello stupore di chi la ritrova.

In un altro tempo. Altrove. La cartolina sopravvive o meglio, vive di vita propria.

Proprio sulla base di questa consapevolezza, affascinato dal potere comunicativo della cartolina e guidato dall’amore per la mia città, nel 1996 ho iniziato a pubblicare la prima collezione di cartoline Torinesi “Immagina Torino”, in collaborazione con Marina Vettorato, amica e grafica d’esperienza e Guido Ciampi, editore della Globo GC. A differenza dei prodotti in commercio all’epoca, questa collezione conteneva un’elevata percentuale di fotografie in bianco e nero e suggeriva un’immagine più autoriale della città.

A distanza di quasi trent’anni, la collezione di fotografie torinesi si è ampliata, attraversando trasformazioni e contraddizioni sociali, che sembrano però non aver sfiorato questa città ed i suoi luoghi. Ho continuato questa narrazione, ma in maniera diversa, cambiando macchine, ottiche, sperimentando modi e visioni differenti, per testimoniare una bellezza mai scalfita dalla storia.

Torino è luogo, non è tempo.

Nell’immaginario collettivo, la foto da cartolina è un prodotto fotografico snobbato, considerato meno degno per la sua valenza commerciale e per la sua fruibilità popolare.

Io ho voluto crederci, utilizzandolo come mezzo nobile per portare un’immagine.

Pur essendo cartoline, questi soggetti sono frutto di una ricerca fotografica personale, che si snoda attraverso cinque stili di ripresa, in cui credo rimanga riconoscibile la mano, l’anima, la passione di chi fotografa.

 

From/To è il mio nuovo progetto fotografico/espositivo, racconta questa passione lunga trent’anni, attraverso 48 soggetti in bianco e nero, in formato 12 x 17. Sceglie, per venire alla luce, l’unico modo che possa realmente dar valore, forza e riconoscibilità alla cartolina, la diffusione.

Non una mostra racchiusa in uno spazio fisico e per un tempo prestabilito, perché la cartolina per sua natura viaggia, porta il suo messaggio altrove e sopravvive al tempo.

La cartolina non è contenibile, è sempre in mostra nel suo essere vetrina della città che immortala.

A decidere non è il fotografo, ma sono le mani del pubblico.

La cartolina continua ad esistere nel suo passaggio da mittente a destinatario (da qui from/to) e trova il suo posto, temporaneo o permanente, solo nella casa di chi la riceve.

From/To verrà esposta nei bookshop dei musei, nelle librerie, arriverà ad un pubblico che non è solo quello di settore perché la cartolina è, dev’essere possibilità diffusa di godere di un’opera d’autore, che porta alla conoscenza di un’arte, di uno stile, di una passione.

 

CINQUE PROGETTI, CINQUE DIFFERENTI MODALITA’ DI RIPRESA

E UN UNICO SOGGETTO: TORINO

 

Immagina Torino

Prima collezione in ordine temporale, ‘Immagina Torino’ nasce nel 1996 e comprende una raccolta di luoghi torinesi, fotografati con lo scopo di raccontare il centro storico della città, per produrre una collezione di cartoline turistiche, molte delle quali in bianco e nero. Creata con la progettazione grafica di Marina Vettorato e distribuita dall’editore Ediglobo di Torino, nella persona di Guido Ciampi, la collezione è stata distribuita sul territorio a partire dal 1998.

All’interno sono stati recentemente inseriti due immagini estratte dal progetto ‘Torino che ci aspetta’, che testimoniano il periodo della pandemia.

Gli scatti sono realizzati in pellicola in bianco e nero 24x36 cm , 6x6 cm, e 10x12 cm, e sono frutto  dell’esperienza con la fotografia analogica, da cui proviene Piero Ottaviano.

 

Nell’ambito del progetto FROM/TO sono inseriti 15 di questi soggetti.

 

Bacio a Torino

‘Bacio a Torino’ unisce ritratto e paesaggio urbano.

Si tratta di foto di coppie che si baciano sullo sfondo delle architetture torinesi. Il primo bacio è datato 2013, ma la raccolta si è maggiormente sviluppata nel 2015.

La serie è ispirata all’esempio del grande fotografo Robert Doisneau. Si può dire siano “ritratti ambientati”: esattamente come per le immagini del fotografo francese, si simula lo stile del reportage in quanto la posizione dei soggetti e l’inquadratura vengono predisposte appositamente per lo scatto.

Lo scopo è sempre raccontare la città, introducendo però un altro soggetto, il bacio, e facendo in modo che i due, la città e il bacio, dialoghino rafforzandosi a vicenda.

Il progetto, realizzato in digitale in formato full frame, ha partecipato a Incipit Offresi del 2016, qualificandosi terzo ed ottenendo così la possibilità di essere pubblicato a cura di Undici Edizioni.

 

Nell’ambito del progetto FROM/TO sono inseriti 11 di questi soggetti.

 

Visioni Rivelate

‘Visioni Rivelate’ è un progetto nato nel 2010 dall’incontro con Giorgio Jano e tuttora aperto. Classe 1948, matematico e specialista in fotografia di architettura e di archeologia, Giorgio Jano ha costruito e progettato diversi strumenti hand made finalizzati a risolvere problemi specifici di ripresa e di visualizzazione. Le fotografie sono panoramiche a 360°, realizzate con una camera rotante con ottica grandangolare decentrabile, che utilizza una pellicola in bn per fotografia aerea da 70mm e produce negativi 6x23 cm circa.

Nell’ambito di FROM/TO, Piero Ottaviano ha inserito 8 di questi soggetti.

 

 

L’incontro di Piero Ottaviano con il lavoro di Giorgio Jano

Piero Ottaviano ha conosciuto i lavori di Giorgio Jano negli anni ’90, in occasione di un’esposizione presso la libreria Agorà. Di fronte alle fotografie panoramiche di Jano, Piero Ottaviano si è immediatamente accorto che la visione panoramica è connaturata anche alla sua visione personale e alla sua poetica. Nelle sue fotografie l’impostazione è infatti sempre stata cinematografica e grandangolare e l’ambiente ha costantemente giocato un ruolo imprescindibile. Coerentemente, l’ottica usata maggiormente da Piero Ottaviano nell’ambito del reportage è il grandangolo 20mm.

 

L’incontro personale fra Piero Ottaviano e Giorgio Jano è invece avvenuto molti anni dopo, nel 2010. Durante una visita torinese Jano si imbatte nelle cartoline panoramiche della collezione ‘Immagina Torino’.  Grazie alla conoscenza comune di Marina Vettorato, progettista grafica della serie di cartoline – i due vengono messi in contatto. A quel tempo Giorgio Jano stava completando la costruzione di una camera panoramica analogica che permetteva di scattare fotografie a 360°, ma incontrava ancora alcuni problemi di omogeneità dell’esposizione. In quell’occasione Piero Ottaviano e Giorgio Jano cominciano a lavorare insieme per risolverli e durante quegli incontri nasce una grande amicizia.

Non appena realizzata la camera, i due fotografi la utilizzano per un lavoro di mappatura dei  centri di Milano e di Torino, da cui nasce un libro, edito da Musumeci Editore e intitolato ‘Torino Milano - cinquanta fotografie senza mirino’, poiché la camera non era dotata di un mirino per la visione.

 

Lo spirito del progetto “Visioni Rivelate” e l’idea di Piero Ottaviano sulla fotografia panoramica

“Ciò che mi affascina della fotografia panoramica a 360° è che mette in relazione le architetture che stanno dietro con quelle davanti, che in una foto si hanno tutte le situazioni di luce possibili, che il risultato ha le linee dritte solo in verticale, che è un superamento delle due dimensioni senza arrivare a tre, che consente e obbliga a considerare tutto quello che ti circonda.

Sono convinto che le sensazioni che produce lo sguardo, in un determinato punto e orientato in una determinata direzione siano anche la somma delle visioni verso le altre angolazioni.

C’è sempre un soggetto dominante, ma è la sua relazione con tutti gli altri (le altre visioni) che produce l’esperienza visiva. Per esemplificare, se guardassimo un muro e dietro di noi vi fosse il mare o se lo stesso muro lo guardassimo ma con dietro di noi una fabbrica, le sensazioni che avremmo sarebbero differenti. Questo perché la percezione è elaborata non solo dagli occhi, ma anche dalla consapevolezza di ciò che ci circonda. La fotografia a 360° riproduce questo processo cognitivo su due dimensioni e, certamente, per essere compresa ha bisogno di astrazione”.

 

Bellezza Invisibile

La serie ‘Bellezza Invisibile’ nasce nel 2013 ed è tuttora un progetto aperto. Si tratta di fotografie panoramiche a 120° circa realizzate con una camera decentrabile analogica costruita da Giorgio Jano, che produce negativi 6x18cm utilizzando una pellicola 70mm sensibile alla radiazione infrarossa, appunto invisibile all’occhio umano.

 

Nell’ambito del progetto FROM/TO sono inseriti 6 di questi soggetti.

 

Fisheye Mood

L’ultimo progetto, nato nel 2022, è Fisheye Mood. L’idea nasce dalla scommessa di adottare un’ottica fisheye, destinata comunemente ad un uso amatoriale, per applicarla in ambito artistico e professionale nella documentazione di architetture. In questo modo viene infranto uno dei tabù della fotografia di architettura, che imporrebbe di non avere linee storte o curve o deformate. La deformazione tipica del fisheye è utilizzata per raccontare lo spazio, con l’intento di trasmettere l’emozione provata di fronte ad ambienti e architetture particolarmente coinvolgenti. Il progetto si concentra sugli interni di palazzi torinesi. In FROM/TO sono documentati tre luoghi emblematici di Torino: l’interno della scala della Mole Antonelliana nel tratto che conduce alla stella, lo scalone Guariniano di Palazzo Carignano e l’Aula del Parlamento Subalpino del Museo del Risorgimento.

Le foto sono ottenute usando un fisheye russo per il formato 6x6cm, adattato ad un corpo macchina per la fotografia analogica 10x12cm costruito da Giorgio Jano, e una camera digitale full frame con un fisheye dedicato.

 

Nell’ambito del progetto FROM/TO sono inseriti 6 di questi soggetti.

                                                                                                                      Piero Ottaviano

Copy e Social Media Menager : Laura Onorato

lauraonorato.mille@gmail.com

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